25. Appunti per un improbabile ripavimentazione del cimitero comunale di Spormaggiore.

Il lavoro trae spunto da una riflessione sulla lezione e limiti del genio di Carlo Scarpa. Esso trova la sua naturale continuazione e conclusione al punto 7 della sezione Ricerca dello stesso utore. (settembre 2016)

La parola appunti significa: informazioni catturate da un'altra fonte e registrate (appuntate), evitando alla mente lo sforzo di dover ricordare tutto. Gli appunti sono comunemente note tratte da una fonte transitoria, come ad esempio una discussione orale in una lezione o in una riunione. In alcuni contesti, come ad esempio le lezioni universitarie, lo scopo principale di prendere appunti può anche essere quello di fissare il materiale nella mente; le note scritte in sé possono avere un'importanza secondaria, quindi un esercizio volto a costruirsi un vocabolario, un lessico per renderlo poi operativo. Prendere appunti e annotare è anche una forma di auto-disciplina: la persona che prende appunti deve acquisire e filtrare le fonti in entrata, organizzare e ristrutturare le preesistenti strutture di conoscenza, comprendere e scrivere la propria interpretazione delle informazioni e, infine, conservare e integrare il materiale appena elaborato. Nella sostanza, la parola appunti può essere vista come un esercizio di sintesi vero e proprio.

Ed è quello che io ho cercato di fare in queste elaborazioni allegate. Quello che ho dovuto pensare, innanzitutto, è stato mettere in campo un metodo che mi possa permettere, nel caso di un progetto generale dell'intero cimitero, di poter gestire l'insieme attraverso una poetica o un processo progettuale consapevole del fatto che la sua applicazione all'insieme comporterà necessariamente un "navigare a vista", in relazione a tutte le problematiche che potrò incontrare e che non sono prevedibili al momento della partenza. E qui gli appunti incominciano ad essere materiale prezioso: appunti come apprendimenti acquisiti da altri, fatti esperienziali, letture e studi, che tutti assieme si chiamano bagaglio culturale di un architetto.