30. Struttura per servizi per la ristorazione e la distribuzione sulla sommità di un passo dolomitico.
Una forma dettata dal sito e dalla convergenza di due strade determina il punto di riferimento di un'area da ristrutturare, pensando anche e soprattutto al contesto decisamente sotto tono e privo di identità. (maggio-giugno 2017)
In un valico dolomitico situato a 2100 metri di altitudine, in un incrocio di interessi sciistici invernali ed escursionismo estivo di ogni genere, improvvisamente si libera un lotto edificato, proprio nell'intersezione a Y delle due strade principali.
In un contesto già edificato in maniera caotica, a dir poco, con inserimento di edifici modernisti ma di scarsa se non inesistente qualità architettonica intervallati da improbabili paradisi folk alla Hänsel e Gretel volti a offrire suggestioni tanto superficiali quanto ingenue, questo progetto vuole essere elemento d'ordine e riferimento al contesto.
In questa "foresta" di immagini di ogni tipo, il progetto crede di individuare la propria ratio attraverso la lettura del sito, che è poco più di un trapezio allungato. Da questa situazione e da una riflessione sugli elementi ambientali, che sono proibitivi a dir poco, ne esce un modello a fasciature circolari, nell'intenzione di realizzare un involucro a forma "magmatica", come una calza di nylon che avvolge dei dischi circolari.
Queste scelte sono rimarcate dall'utilizzo del materiale di rivestimento di facciata, dove prevale il nastro metallico dello zinco al titanio steso orizzontalmente a fasciature continue. Le ampie vetrate verso il sole sono disposte a filo muro, per accentuare l'effetto di continuità delle facciate e di leggerezza dell'insieme,