43. Gli spazi della produzione

Da sempre gli spazi della produzione hanno avuto come comun denominatore un'impronta alla razionalità, sia essa del sistema costruttivo (firmitas), dello schema tipologico-distributivo (utilitas) che dell'aspetto formale (Venustas), talché si può parlare da decenni ormai di archeologia industriale per quanto riguarda le migliori realizzazioni. Spesso oggi cercare la razionalità costruttiva è indice di mancato adeguamento agli "ismi" della contemporaneità. Ciò significa, nel migliore dei casi, remare contro corrente. Ma ci si chiede che cosa sia la corrente giusta se questa non corre verso l'ovvietà delle cose. con questa realizzazione il progettista cerca di addivenire ad un sistema costruttivo-distributivo-formale capace di affrontare le problematiche del costruire oggi. agosto-ottobre 2017

Dal dopoguerra, con la massiccia introduzione del calcestruzzo precompresso-preteso, si avviò quella lunga stagione dei prefabbricati edilizi per i luoghi della produzione e non solo (vedi il ponte Morandi a Genova). Si introdusse una scelta che in Italia fu fondante di forieri sviluppi e fortune nazionali. La produzione di acciaio, già all'inizio del XX secolo sempre problematica per la scarsità sia del ferro che del carbone, indirizzarono le scelte strategiche verso il calcestruzzo di cui il principale attore fu l'industria nazionale Italcementi. Il terremoto dell'area emiliana di soli alcuni anni or sono ha messo in evidenza la fragilità di tale sistema, principalmente dovuto all'incidenza eccessiva delle strutture in relazione alla loro capacità di caricarsi di inerzia in caso di eventi tellurici a seguito della massa notevole di qualsiasi membratura. Da anni già la legislazione nazionale vieta l'utilizzo del calcestruzzo armato per impalcati di viadotti proprio in virtù della loro eccessiva esposizione all'onda sismica.

La presente ricerca, tutta da verificarsi sotto l'aspetto costruttivo-statico-dimensionale, vuole essere una strada aperta verso l'utilizzo dell'acciaio per le costruzioni a carattere industriale.

In qualsiasi molto distratto intervento di carattere costruttivo relativo a un volgare capannone, di solito si è sempre proceduto così: la sua delimitazione in relazione alle distanze dai confini e, solo dopo questa verifica, l'inserimento di pilastri avvolti da pannelli di un qualsiasi sistema costruttivo della prefabbricazione industriale che vede infinite aziende collocate nel territorio della valle Padana.

Ciò che qui intendiamo fare è capovolgere la sopracitata logica individuando un sistema costruttivo che parta dall'individuazione di un sistema pilastro-campata-copertura, alla stessa stregua, molto ma molto modestamente, dell'antico superiore ordine costruttivo della crociera-pilastro a fasci-arco rampante dell'insuperato sistema gotico. Detto sistema non solo rovescia la precedente logica, ma inverte l'ordine delle cose partendo da un sistema spaziale ben definito sotto l'aspetto della razionalità costruttiva, costi-benefici, nonché -poiché siamo architetti- anche di quella Venustas che oggi dovrebbe individuarsi nei caratteri formali del progetto, oggi spesso ma molto spesso latitanti. Portare qualità negli ambienti di lavoro non deve più essere solo una opzione fra le tante, bensì una indifferibile priorità.