41. Progetto della biblioteca del Dipartimento di Ingegneria edile, ambientale e meccanica di Mesiano di Trento

La necessità di dare risposta alla riprogetazione della biblioteca di dipartimento in luogo obbligato ma non facile, impone scelte non convenzionali: il progetto di un'opera pubblica su pensio richiama sapienze antiche. (Luglio-agosto 2018)

“La lingua tedesca chiama con una medesima voce l’arte di edificare e l’arte di coltivare; il nome dell’agricoltura (Ackerbau) non suona coltivazione, ma costruzione; il colono è un edificatore (Bauer). Quando le ignare tribù germaniche videro all’ombra delle aquile romane edificarsi i ponti, le vie, le mura, e con poco dissimile fatica tramutarsi in vigneti le vergini riviere del Reno e della Mosella, esse abbracciarono tutte quelle opere con un solo nome. Sì, un popolo deve edificare i suoi campi, come le sue città. E’ in quel modo che in queste una casa è spesso abitata a sovrapposti piani da diverse famiglie, così lo strato fecondo dei campi può farsi atto a nutrir quasi gente sopra gente” Carlo Cattaneo (Milano, 1801 – Lugano, 1869), La città considerata come principio ideale delle istorie italiane.

Ciò che si vuole mettere in evidenza qui è l’artificialità del terreno e la sua struttura profonda, di lunga durata, come sedimentazione coerente e compatta di diversi strati di tale costruzione, gli uni sugli altri in successione storica, che siano luoghi per la produzione agricola, che luoghi dell'abitare.

“L’architetto ha sempre davanti agli occhi un paesaggio. Allora la sala è configurata come una sorta di vallata. In fondo alla quale giace la sorgente musicale (l’orchestra) circondata da vigneti risalenti a gradoni.” Così Scharoun all’inaugurazione della Filarmonica di Berlino nell’ottobre del 1963 definiva, con un’immagine fortemente espressiva, lo sviluppo spaziale della nuova sala di concerti… (da Paola Gregory, La dimensione paesaggistica dell’architettura nel progetto contemporaneo, pag. 60, Università Laterza Architettura, 1998.