2. Il prof. Francesco Dal Cò e la sua lezione sul "Centre Pompidou, dit Beauburg" di Renzo Piano.

Il pomeriggio del giorno 25 gennaio dell'anno 2017, a quarant'anni dall'apertura del "Centre Pompidou" avvenuta il 31 gennaio dell'anno 1977, presso una delle sale laterali della BUC, Biblioteca di Ateneo dell'Università degli studi di Trento, opera recentemente inaugurata anch'essa di Renzo Piano, si è tenuta la presentazione della storia delle vicende della realizzazione di uno dei mostri sacri, che possono dirsi la memoria vivente, vera icona di ciò che fu l'immane sberleffo del '68 parigino: dissacratorio ed eversivo. Mezzolombardo, 27.1.2017

Che il "Beauburg" inquieti tutti gli animi e tutte le coscienze, coltivate e no, è cosa risaputa sin dal giorno della pubblicazione del suo progetto vincitore (1971). Che lo stesso sia, a detta di tutti, un oggetto la cui presenza ingombrante nessuna amministrazione al mondo vorrebbe avere tra i propri piedi, men che meno nei nostri tanto amati ed invidiati centri storici, è cosa troppo risaputa.

Quale omaggio al compianto presidente Charles de Gaulle (1890 - 1970), fortemente voluta dall'allora presidente Georges Pompidou (1911 - 1974) al cui nome verrà più tardi intitolata, l'opera nasce nello spirito libertario dell'onda rivoluzionaria del Sessantotto. Per chiara precisazione di uno dei suoi autori (Renzo Piano), i progettisti firmatari si definivano "quattro ragazzacci". Erede della grande tradizione dell'architettura scheletrica ottocentesca, che riprende il grande lascito della sapienza costruttiva del miglior gotico, culturalmente attraversa le stagioni del macchinismo a cavallo dei secoli XIX e XX e del costruttivismo sovietico per recuperare le inquietudini degli anni '50 e '60. I riferimenti sono tutti all'interno dell'esperienza del gruppo Archigram, il cui manifesto (Londra 1961) era volto a proclamare le proprie idee. Impegnato a favore di un'alta tecnologia, peso leggero, anzi leggerissimo, approccio infra-strutturale come la scalinata-condotto urbano del Beauburg fa testo, il gruppo ha sperimentato tutto questo adoperando una tecnologia modulare, la mobilità attraverso l'ambiente, lo spazio e capsule di massa dei consumatori di immagini. Le loro opere offrono una seducente visione di un futuro glamour dell'età delle macchine, tuttavia le questioni politiche, sociali e ambientali sono rimaste immutate ed irrisolte. Archigram si basava su un futuro di interminabili risorse e questo era più che un suo limite, forse anche una sua condanna, tant'è che qualcuno ha detto che alla sua inaugurazione il Beaubourg era già superato. Forse sì, perché la crisi petrolifera del '73 aveva fatto piazza pulita di certi "ismi" inneggianti alla rivoluzione industriale come sviluppo senza limiti delle risorse disponibili.

Il Manifesto dei Futuristi inneggiava al "...coraggio, l'audacia, la ribellione...", dove "... un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia." Anche questo in parte è finito nello spirito del Beauburg, quanto meno la guasconeria di fondo di chi si sentiva il dominatore del mondo e stava per diventare il dominatore dell'universo. La conquista della Luna era data troppo fresca per essere messa in un angolo.

La serie di fotografie, che cui vengono presentate, sono l'occasione per testimoniare l'attenzione con la quale un folto numero di studenti e non ha presenziato alla più che esauriente esposizione dei fatti del prof. Franceco dal Cò, il quale invece non ha bisogno di presentazione alcuna.

Le fotografie, per ammissione diretta del fotografo (chi scrive), sono della qualità decisamente modesta. Questo è avvenuto anche per le pessime condizioni di illuminazione interna negli spazi della biblioteca. Questo fatto ha messo nelle condizioni di "tirare il collo" alla mia Canon e al suo modesto flash, spingendo tutti i parametri ai loro estremi. Nel qual caso la profondità di campo è completamente saltata e la messa a fuoco è risultata decisamente problematica. Un leggero ritocco in post-produzione ha cercato di recuperare il recuperabile della qualità.

Chi volesse appropriarsi di alcune o tutte le foto è liberamente autorizzato. E' sufficiente scaricarle singolarmente mediante il copia e incolla.